Quinto appuntamento del ciclo di “lezioni nittiane”

Quinto appuntamento del ciclo di “lezioni nittiane”

NELL’ITALIA UNITA NORD E SUD NELLA “LETTURA” NITTIANA
Antonio Lerra ha illustrato l’opera “Nord e Sud. Il bilancio dello Stato dal 1862 al 1896/97”.

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A Melfi prosegue con successo il ciclo di “lezioni nittiane” organizzato dall’Associazione “Francesco Saverio Nitti” presso il Centro culturale intitolato allo statista lucano. Dopo le conferenze di Luigi Mascilli Migliorini dedicata alla “trilogia sull’Europa”, di Marco Percoco su “Saggi sulla storia del Mezzogiorno, Emigrazione e Lavoro”, di Giovanni Vetritto su “La Scienza delle finanze”, di Stefano Sepe sulla burocrazia di Stato, è stata la volta del Prof. Antonio Lerra, docente di Storia Moderna all’Università della Basilicata e Presidente della Deputazione Lucana di Storia Patria, che ha presentato l’opera “Nord e Sud. Il bilancio dello Stato dal 1862 al 1896/97” (1900). Hanno introdotto la lezione Patrizia Nitti Presidente dell’Associazione Nitti e il Direttore della stessa Gianluca Tartaglia. La lezione-conferenza di Antonio Lerra, seguita da più di 150 persone, si è aperta con alcune pagine dello statista lucano lette dall’attore Gennaro Tritto. Il prof. Lerra ha posto l’accento “sulla rilevanza e l’attualità dell’operazione scientifica realizzata, con tale pubblicazione del 1900, dal professore di Scienza delle Finanze e Diritto finanziario Francesco Saverio Nitti, a circa quarant’anni dall’Unità d’Italia, a fronte dell’allora “idea molto comune, nel Nord d’Italia”, come sottolineò in apertura dell’opera lo stesso Nitti, che il Sud sfruttasse il bilancio nazionale, contribuendovi, viceversa, in misura minore”. Al riguardo – ha evidenziato il prof. Lerra – “la dettagliata e lucida analisi di bilancio attuata da Nitti pose, tra l’altro, in concreta luce, da un lato, l’incidenza della vera e propria politica di drenaggio di risorse disinvoltamente perseguita dallo Stato unitario liberale dal Sud al Nord, dall’altro, le ricadute della svolta protezionistica nell’economia nazionale, caratterizzate da grandi vantaggi per l’industria di alcune aree regionali del Nord e accentuati svantaggi per il Sud, che, nel contempo, funzionò da mercato coloniale di consumo”. In ogni caso, ha precisato il prof. Lerra, “anche in tale opera, che diede luogo ad accese polemiche, rimase sempre lungi dal pensiero nittiano la messa in discussione del valore dell’Unificazione nazionale, che, però, non poteva e non doveva essere accompagnata da un accresciuto “sacrificio” del Mezzogiorno d’Italia”. Di qui, dunque, ha concluso il prof. Lerra, “l’insistenza nittiana sulla necessità di un robusto cambiamento degli indirizzi politici statali, tali da guardare al Sud come problema generale e non particolare, ma, nel contempo, anche di un Sud che, a sua volta, necessitava di un radicale rinnovamento del suo contesto politico, quale precondizione di effettiva concretizzazione di un rigoroso e produttivo programma di trasformazione economica e industriale”.

Le lezioni nittiane proseguiranno con il seguente calendario:
• 29 Aprile “Eroi e Briganti” (1899). Relatore prof. Giampaolo D’Andrea, Università degli Studi della Basilicata.
• 21 Maggio “La Democrazia” (1933) . Relatore prof. Stefano Rolando, Università IULM di Milano.

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