SESTO APPUNTAMENTO DEL CICLO DELLE “LEZIONI NITTIANE”
IL RISORGIMENTO NEL MEZZOGIORNO TRA BRIGANTAGGIO E GESTA EROICHE
Giampaolo D’Andrea ha illustrato l’opera ”Eroi e Briganti”
A Melfi prosegue con successo il ciclo di “lezioni nittiane” organizzato dall’Associazione “Francesco Saverio Nitti” presso il Centro culturale intitolato allo statista lucano.
Dopo le conferenze di Luigi Mascilli Migliorini dedicata alla “trilogia sull’Europa”, di Marco Percoco su “Saggi sulla storia del Mezzogiorno, Emigrazione e Lavoro”, di Giovanni Vetritto su “La Scienza delle finanze”, di Stefano Sepe sulla burocrazia di Stato, di Antonio Lerra su “Nord e Sud. Il bilancio dello Stato dal 1862 al 1896/97”, è stata la volta del prof. Giampaolo D’Andrea, docente di Storia Economica all’Università degli Studi di Basilicata e coordinatore della segreteria scientifica del comitato regionale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, presentare l’opera “Eroi e Briganti” dello statista lucano. Ha introdotto la lezione Gianluca Tartaglia direttore dell’Associazione Nitti. La conferenza di Giampaolo D’Andrea, seguita da più di 150 persone, si è aperta con alcune pagine dello statista lucano lette dall’attore Gennaro Tritto. Il prof. D’Andrea sottolineando “le caratteristiche endemiche del brigantaggio meridionale- che secondo Nitti ha origine nel periodo del vice regno spagnolo e si trascina per un decennio dopo l’Unità- al fondo del quale c’è la profonda condizione di miseria e di abbrutimento del mondo contadino che una volta acquisita consapevolezza di se cerca vie alternative come l’emigrazione. Una lettura molto attuale che non si presta a manipolazione revisionistiche, ma che non sottovaluta le radici sociali del brigantaggio. Interessantissima e moderna è poi – secondo D’Andrea- la sua lettura delle gesta di eroismo risorgimentale che si manifestano con più frequenza se confrontati al torpore generale e sarebbe auspicabile che si riducessero progressivamente con l’affermarsi di una nuova consapevolezza collettiva”. Nel corso della lezione il Prof. D’Andrea ha rimarcato anche “l’adesione incondizionata di Nitti all’Unità nazionale che secondo lui ‘ci ha dato tutte le cose migliori che noi abbiamo, anche se il bene che ella ha fatto è stata assai diseguale’. Su di essa lo statista melfitano costruisce la legittimità di una presa di distanza critica dalle scelte compiute dalla classe dirigente nazionale nel periodo post unitario che non hanno tenuto conto, fino in fondo, della esigenza di trasformare alcune potenzialità pur esistenti nel mezzogiorno in fattori di crescita e di trasformazione”.
Le lezioni nittiane proseguiranno con il seguente calendario:
21 Maggio “La Democrazia” (1933) . Relatore prof. Stefano Rolando, Università IULM di Milano.