Scompare a 101 anni Maria Luigia Baldini Nitti, figlia di Nullo Baldini, nuora di Nitti e presidente onoraria della Fondazione Nitti
Roma, 10 maggio 2012
E’ deceduta questa notte a Roma, alle 3.40 della mattina, Maria Luigia Baldini Nitti, nata a Ravenna l’11 marzo 1911, da molti nota come la Pimpa, figlia di Nullo Baldini (deputato socialista riformista, antifascista, fondatore della cooperazione italiana) e nuora di Francesco Saverio Nitti (presidente del Consiglio dei Ministri nel 1919-1920, durante il fascismo in esilio in Francia), a sua volta – dopo un periodo di prigione all’inizio del fascismo – a lungo espatriata a Parigi. Laureata in Diritto romano a Bologna, poi in Letteratura francese alla Sorbona e diplomata all’Ecole des Chartes a Parigi, Maria Luigia Baldini visse a Parigi nel quadro della rete degli antifascisti italiani, sposò il figlio di Nitti, Giuseppe (avvocato e deputato liberale dal 1948) e prese parte – nelle file del Partito Socialista Italiano – alla ripresa delle democrazia italiana, partecipando alle elezioni del 1948, lavorando nell’UDI e poi eletta nell’Amministrazione provinciale di Ravenna. Sostenne e promosse per tutta la vita il pensiero e l’azione del padre (animatore del movimento cooperativo romagnolo e italiano) e del suocero, assumendo in questi anni la presidenza onoraria della Fondazione “Francesco Saverio Nitti” che si è costituita a Melfi nel 2009. Nel 2008 ha raccontato la sua vita nel colloquio con Stefano Rolando pubblicato da Bompiani “Il mio viaggio nel secolo cattivo”. Lo stesso prof. Rolando, presidente della Fondazione Nitti, questa mattina ha dichiarato: “La signora Baldini Nitti – per tutti noi “la Pimpa” – è stata una figura esemplare di una generazione, di un quadro di ideali e di visioni della politica di cui gli italiani debbono andare fieri. Ha seguito con passione la creazione della Fondazione Nitti nella ricostruzione di luoghi e storie che rischiavano l’oblio e che hanno invece molto da dare ai giovani e alle prospettive del paese. E’ rimasta lucidissima fino all’ultimo momento della sua vita, leggendo, discutendo, interpretando la realtà. Pur con il pessimismo della ragione ha ripreso a sperare che la lezione della storia potesse migliorare gli italiani”.