Ricomposti gli organi sociali della Fondazione Nitti

Rilanciato il programma culturale e civile della fondazione intitolata a Francesco Saverio Nitti. Insediato il nuovo CdA: il prof. Stefano Rolando presidente, la prof. Aurelia Sole (rettrice Unibas) vice-presidente. Il prof. Giuseppe Galasso confermato presidente del Comitato Scientifico

 

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Si è svolta presso il Rettorato dell’Università della Basilicata la prima seduta del rinnovato Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Francesco Saverio Nitti”.

Il Consiglio Regionale della Basilicata ha infatti espresso di recente i suoi nuovi tre designati nel CdA, a compimento delle nomine fatte dalle realtà istituzionali e sociali che costituiscono i soggetti che, nel 2009, hanno dato vita alla Fondazione intitolata allo statista lucano. Il nuovo consiglio di amministrazione– che opererà fino al 2019 – si è insediato  confermando all’unanimità alla presidenza della Fondazione il prof. Stefano Rolando (espresso dalla Associazione Nitti di Melfi, insieme ad altri due consiglieri nelle persone dell’ing. Alfonso Ernesto Navazio e del prof. Mauro Tartaglia) e confermando nel consiglio i rappresentanti della stessa Unibas (la rettrice prof. Aurelia Sole che, sempre all’unanimità, è stata eletta vice-presidente), dei Comuni di Melfi (il sindaco Livio Valvano) e  di Maratea (il sindaco Domenico Cipolla), il delegato della Provincia di Potenza (Antonio Di Sabato) e i tre nuovi consiglieri espressione del Consiglio regionale della Basilicata  nelle persone della prof. Carmela Nolè , dell’avv. VIncenzo Laurita e dell’avv. Raffaele Urbino.

Si è in attesa delle designazioni dei rappresentanti dei Ministeri dell’Economia e dei Beni Culturali.

Superati ostacoli di varia natura, la Fondazione Nitti riprende dunque il cammino iniziato nel 2009 e ritrova la sua membership sulle linee dei caratteri ben espressi dal proprio statuto

  • il radicamento a Melfi e a Maratea;
  • il cuore del programma al servizio di tutto il territorio della Basilicata;
  • la proposta culturale e civile rivolta all’Italia e all’Europa.

E con un programma (le cui linee generali sono state approvate nel CdA) articolato su quattro chiari punti:

  • proseguire l’opera di valorizzazione del pensiero e degli scritti di Nitti;
  • contribuire a programmi di brand identity della Basilicata e dei suoi patrimoni simbolici materiali e immateriali.
  • restituire piena funzionalità culturale alle infrastrutture che si richiamano alla memoria di Nitti (la Casa natale a Melfi destinata a museo; il Centro culturale Nitti a Melfi che continua il suo impegno per il dibattito pubblico, la formazione e le iniziative di promozione culturale; Villa Nitti a Maratea, confermando Fondazione Nitti la disponibilità a sostenere, di intesa con l’Università della Basilicata, una gestione culturale e scientifica di livello nazionale e internazionale;
  • incentivare le forme del lavoro culturale giovanile caratterizzato da innovazione.

Il CdA, tra i primi provvedimenti, ha nominato (in parte su specifica designazione dei Soci) il Consiglio tecnico-scientifico che ha la responsabilità di validare i contenuti dei programmi,  confermando presidente dell’organismo, il prof. Giuseppe Galasso (insigne storico dell’Università di Napoli)  e nominando componenti i professori Luigi Mascilli Migliorini e Giovanni Vetritto (indicati da Associazione Nitti), Antonio Lerra e Severino Romano (Unibas) Piero Craveri e Marco Rossi Doria (scelti dal CdA), restando in attesa dei designati del Ministero dell’Economia e del Ministero dei Beni Culturali.

Un clima sereno e costruttivo - ha dichiarato il presidente Stefano Rolando (che insegna all’Università Iulm di Milano e che, tra l’altro, in passato è stato direttore generale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri) - in cui prevale il servizio a una realtà territoriale che è in evidente trasformazione e crescita e che ha bisogno di leve qualificate legate alla sua storia e alla sua tradizione per raccontarsi al meglio in Italia e nel mondo. In particolare una convergenza di vedute con l’Università della Basilicata che ci aiuta a qualificare non una generica attività ma quella ingegneria culturale che rispetta le regole e la conoscenza delle procedure. E ancora un forte consiglio scientifico che ci rende responsabili di scelte libere e rigorose“.

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