Come sempre la città di Melfi risponde agli appuntamenti con la storia – non solo la storia locale ma anche quella italiana ed europea – con interesse e partecipazione.
In occasione dell’anniversario della Liberazione, al Centro culturale Nitti, si presenta e soprattutto si discute “L’insufficienza riformatrice”, fitto colloquio di Giovanni Pieraccini – 98 anni, socialista, resistente, parlamentare, quattro volte ministro, direttore dell’Avanti!, uno dei principali negoziatori del primo centrosinistra in Italia negli anni ’60 – con Stefano Rolando, professore universitario, già dirigente nelle istituzioni, presidente della Fondazione Nitti.
Dice Pieraccini (e’ il sottotitolo del libro): “abbiamo fatto, ma dovevamo fare di più”. Il cruccio maggiore e’ la mancata riforma dello Stato. Il bilancio tuttavia – lo dice Sabino Cassese nella prefazione – e’ costituito comunque dalle buone leggi di quegli anni che hanno migliorato società, scuola, salute, energia e che sono state alla base di una cultura del riformismo che mancava in Italia.
Introduce la discussione il sindaco socialista di Melfi Livio Valvano, che segnala l’attenzione della città per le radici storiche della democrazia italiana. Lo storico Donato Verrastro (Universita della Basilicata e autore di una biografia-intervista riguardante Emilio Colombo) inquadra le dinamiche politiche italiane della seconda metà del ’900. Vincenzo Calo’, in rappresentanza dell’ANPI, rievoca la formazione antifascista e resistenziale di Pieraccini come storia emblematica di una generazione pur formata dal fascismo che seppe organizzare la discontinuità.
Ma è con il successore di Pieraccini alla direzione dell’Avanti! ( “all’origine da lui assunto” dice), a sua volta parlamentare e esponente di governo, Ugo Intini, che i contenuti del libro entrano nelle complesse vicende della politica italiana e in particolare della dialettica non finita tra riformisti e massimalisti. Stefano Rolando, che ha costruito la narrativa del libro in forma di colloquio, conclude la discussione ricordando i tre punti più emblematici della vicenda: il tema dell’identità italiana attraverso la lettura dell’8 settembre, il tema dello smarcamento italiano dalla guerra fredda con l’avvicinamento governativo di cattolici e socialisti, la parabola del socialismo italiano nel ricordo di Turati e dell’impegno prioritario al miglioramento della qualità sociale del Paese.
Gianluca Tartaglia, direttore dell’Associazione Nitti e organizzatore dell’incontro, ha moderato la discussione che, come ogni anno, sceglie un tema e una figura per l’occasione del 25 aprile tra storia e interrogativi di attualità.